Resoconto prima conferenza dei capigruppo
Resoconto prima conferenza dei capigruppo
Il 24.06.2021 si è tenuto dopo due anni, la prima riunione dei capigruppo a Poli, convocata dalla presidente del consiglio Beatrice Giubilei con la partecipazione di Angelo Segnalini, capogruppo della lista di maggioranza e Anna Riglioni, capogruppo di Poli in Comune.
Motivo della convocazione, esplicitato all’inizio della riunione dalla presidente, è stato “riportare il consiglio a lavorare in maniera corretta e rispettosa”.
Rimango in ascolto: sembra che bisogna stare nei tempi stabiliti da un regolamento vecchio come il cucco (a proposito quando lo aggiorniamo ?) , non “fare i comizi” , evitare di interrompere le persone mentre stanno lanciando insulti, giudizi o menzogne. Quindi di fatto eliminare il confronto e il dibattito per trasformarlo in un luogo solo formale di accettazione o rifiuto. Dimenticando il valore di indirizzo, programmazione e pianificazione, di controllo e di verifica. dell’assise degli eletti, tutti, che nel loro insieme rappresentano il Comune di Poli.
Va bene, dopo la premessa forse potrei andare, invece resto.
Vediamo cosa altro viene fuori, e se si crea uno spazio vero di confronto.
Dal mio punto di vista sono stati toccati temi importanti, per tutti i cittadini, per questo ringrazio la presidente Giubilei per la convocazione e il collega Segnalini per il dibattito.
Questi gli argomenti:
- Il ruolo della minoranza e della maggioranza.
- I rapporti tra maggioranza e minoranza
- Il tema del consiglio comunale che è l’organismo rappresentativo della democrazia, dove non c’è chi vale di più e chi vale di meno, ma dove si è alla pari nel rispetto delle rispettive funzioni
- Il tema della diversità di visioni sul nostro paese, sui cittadini, sulla partecipazione, sul coinvolgimento, sul futuro.
- Il tema del potere e dell’esercizio del potere e per quali obiettivi.
- La possibilità o meno di lavorare insieme per il bene della comunità.
- Abbiamo parlato di fiducia, e della mancanza di fiducia.
- Abbiamo parlato di metodo di lavoro, se si vuole veramente lavorare insieme vanno creati luoghi istituzionali dove è possibile farlo, in modo strutturato e con temi e calendario concordati, va riconosciuto l’altro come interlocutore.
- Si è parlato di utilizzo di organi superiori per la verifica che tutto sia in regola (strumenti a disposizione di tutti) e anche della differenza tra richieste di accertamento e denunce (per chiarezza: la sola denuncia ad oggi in piedi è quella che le più alte cariche di questo comune hanno fatto al gruppo di minoranza); Poli in Comune ha utilizzato e continuerà ad utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dalle leggi per svolgere la propria funzione di controllo e sindacato ispettivo (si, si chiama così per legge, anche se la prima volta che è stato citato in consiglio comunale dall’allora consigliere Danilo Brugnoli, il sindaco si mise a ridere affermando di non averlo mai sentito).
- Si è parlato della comunicazione del gruppo di minoranza: sembra sia non gradita perché ritenuta capace di far venire dubbi alle persone, ci pare un complimento: se i dubbi generano un circuito di pensieri, informazioni, e domande, questo può solo farci camminare come paese e come persone.
- Abbiamo parlato dei punti di vista diversi e a volte inconciliabili, ma se si costruisce uno spazio di ascolto reciproco le visioni di ognuno possono ampliarsi, arricchirsi, avvicinarsi un po’ di più alla complessità del nostro mondo, per il quale nessuno ha in mano le chiavi, figuriamoci se si pensa di averle a suon di “ho vinto io”.
- Si è parlato dello svolgimento del consiglio: degli insulti e delle offese che vengono regolarmente espresse da alcuni membri della maggioranza e che richiedono di essere puntualmente rimandate al mittente, a volte anche alzando la voce, in quanto sono offese ed insulti ad una funzione che rappresenta i cittadini.
- Abbiamo parlato anche di cosa è il consiglio: rappresenta tutta la comunità, non chi ha eletto una o l’altra parte, e lavora nella sua interezza per tutti i cittadini, anche per chi ha scelto di non votare, almeno questa è la nostra posizione.
- Abbiamo parlato di regolamenti, ne mancano un bel po’, si sono impegnati a farli, quando?? Primo tra tutti quelli sulla cittadinanza onoraria, i grandi vecchi non hanno tempo per aspettare.
- Abbiamo toccato il tema del servizio civile.
- Abbiamo toccato il tema delle convocazioni per il consiglio fatte sempre l’ultimo giorno utile, e con i documenti cartacei da recuperare nei giorni a venire, in effetti un cattivo metodo di lavoro, che si può migliorare.
- Abbiamo affrontato il tema del fare i consiglieri in un piccolo comune per chi lavora.
- Abbiamo anche affrontato il mantra del “non venite in comune ” vorrei tranquillizzare la maggioranza: non bisogna “farsi vedere ” per esercitare il nostro ruolo. Bisogna leggere gli atti, guardare quello che accade, confrontarsi con il mondo fuori da Poli, consultare esperti sulle varie tematiche, parlare ed ascoltare le persone. Questo lo facciamo ogni giorno, senza bisogno di essere autorizzati. Siamo stati votati per questo.
- Infine, per essere precisi, la nostra sede non è in comune, è nei locali della biblioteca, dove il sindaco ci ha collocato a giugno 2019.
- La presidente si è impegnata a convocare i capogruppo almeno per il prossimo consiglio (che dovrebbe tenersi a fine luglio), poi vedrà (cosa?).
Tanti temi, importanti, non sappiamo se ci sarà modo di trattarli, noi continuiamo a dare la nostra disponibilità a confronti veri e sostanziali su temi importanti per le persone .
Cambierà qualcosa? Abbiamo creato “insieme” uno spazio di incontro? Abbiamo messo “in Comune” le basi per lavorare in modo diverso?
Chissà, forse, vedremo…… o forse va bene così…
Infine… io in due anni non ho mai ricevuto nessun invito per discutere e affrontare temi, viceversa abbiamo come gruppo chiesto e proposto incontri su temi e commissioni.
Ma sembra non essere chiaro che il metodo di lavoro in un gruppo lo sceglie chi governa.
E se si sceglie di non creare spazi di dibattito e di lavoro, e ci si appella continuamente ad un vago “non venite”, questa è una scelta politica, è la stessa che viene utilizzata con i cittadini, che non vengono mai coinvolti, per poi dire che non partecipano e non capiscono.
Una scelta che non ottiene il silenzio, genera semplicemente altri luoghi di dibattito.